E’ stato fare un corso di teatro, che ha cambiato la mia idea di teatro.
Tornavo sempre a casa shakerata, come le palle di vetro con le casette dentro e i brillantini. Un attimo di magia: quei puntini luminosi che ti portano lontano, tu sorridi mentre loro si acquietano sul fondo e ti rimane l’immagine di quel paesaggio vivo per un attimo, e bellissimo.
Quel mondo era una scoperta solo mia, nessun legame con la mia famiglia, nessuna indicazione di percorso. Una situazione bellissima e a dir poco frustrante. Volevo far conoscere quel nuovo universo che mi si era aperto davanti, raccontarglielo, condividerlo con la mia famiglia. Ma non avevo le parole, non sapevo come fare.
Il teatro, la danza, l’arte performativa rappresentano tutto quello in cui credo: stare insieme, ascoltare, guardare, condividere emozioni.
E vorrei che il mio lavoro servisse a raccontarlo, a trasmetterlo, a comunicarlo.
Voglio aiutare a dare forma ed energie nuove, vorrei essere sorpresa da progetti nuovi, belli, coraggiosi. Di quelli che mai avrei immaginato.
Chi ha scelto questo mondo sa come inventarsi sempre cose nuove, sa ascoltare e trovare le soluzioni, sa guardare, sa sentire. Sa far emozionare e sa raccontare, in qualche modo.
Sa essere autonomo e non aspettare che qualcuno ci salvi, sempre.
L’arte serve ad allenare il pensiero e le emozioni, a darci strumenti per riflettere, a scoprire punti di vista.
Sono ancora così fortemente illusa e incantata che credo che questo possa contribuire a rendere il mondo un posto migliore, per come lo vorrei io.