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PER FARE MARKETING CI VUOLE (L’) ARTE

Perché sto in fissa col teatro

 

Il mondo è complesso, se lo guardi davvero. Ogni persona è complessa.

Credo che per capirlo serva ascolto attivo, empatia, intelligenza emotiva e un po’ di acume. Che non sono cose da tutti.
Sul lavoro, ad esempio, mi fido poco delle semplificazioni eccessive, delle strategie di conversione automatica del cliente, delle tecniche di persuasione.

 

AL CENTRO DELLE VENDITE
Vuoi lavorare sul tuo marketing e la tua comunicazione e capirci qualcosa? Prova innanzitutto a chiederti cosa c’è davvero al centro di queste materie. Ho una buona notizia: non è la vendita di un prodotto, è il cliente.

E il cliente è una persona, con i propri bisogni e comportamenti, la variabile più complessa e incostante che esista. Certo, spesso può essere utile generalizzare, viviamo in una società di massa e sicuramente siamo tutti dentro agli effetti di decenni di pubblicità manipolativa.

 

BISOGNI E DESIDERI
Ma in questo luogo non parliamo di marketing per multinazionali dai grandi numeri. Lamentina si occupa dipersone che comunicano con persone.

Non sono le sponsorizzate su FB a fare la differenza in una buona comunicazione, ma la capacità di far sentire comprese nei loro desideri e bisogni le persone che ci incontrano.

 

LO STRUMENTO GIUSTO
Fra gli strumenti che trovo più potenti per sviluppare queste capacità di ascolto e comprensione ci sono il teatro, le arti performative, lo spettacolo dal vivo. Perché sviluppano l’intelligenza emotiva lavorando sulla relazione, sull’empatia e sul gioco.

Teatro non è solo ruoli e copioni, non è solo maschere e dizione. E’ interpretazione, esercizio fisico, uso della voce, lavoro sul gruppo, ritmo e musica, è ricerca, è immagini.

Dice il regista Romeo Castellucci: il teatro «è un’arte che non lascia traccia. Non è mai merce, ma esperienza. E questa sua fragilità è la sua potenza, gravida di futuro».

E da quel primo corso di tanti anni fa, il teatro ha invaso la mia vita. Ha modellato il mio modo di stare con gli altri, di provare delle sensazioni, i miei argomenti, il mio futuro appunto. E il mio modo di lavorare.
(Ne ho scritto un po’ di più qui )

 

A COSA SERVE L’ARTE
Con uno sguardo più ampio, credo che l’Arte in generale sia una grande risorsa per chi lavora nella comunicazione: aggiunge esperienze alla nostra quotidianità e ci permette di vedere le cose da punti di vista diversi. Aiuta a capire e cambiare l’ordine prestabilito delle cose, ci mostra i lati sorprendenti e ci sfida nel cercare in profondità.

L’Arte migliora la vita ed è fonte costante di incoraggiamento e di supporto per la parte migliore di noi stessi. Lo spiega bene Alain de Botton in questo video.

Vuoi sapere cosa ho imparato sul marketing facendo teatro? Te lo racconto sul mio blog da oggi in poi.

 

 

ph: Photo by Merakist on Unsplash